Archive for novembre, 2010


Unnecessary feeling

And there is something between the linees, somebody walking without head, and I, no, I can’t sleep anymore. Every day is shorter and the emptiness is stuck in my mind. Blindfolded and with my hands bound I can’t walk in the present.

Write it down, write it down I keep saying, but I still forget what I should write. The fucking noise of the rain crashing against the windows is penetrating my soul, it made me unconscious, it made me sleepy…it made me dead.

They can be five or six, it doesn’t change and I’m not able to stop sticking bees in the wall. Help me now, help me here, because I’m falling, I wont fall again, not anymore, the scars are still visible.

Broken glasses, rage’s vibrations, inoculated pain, vivid insomnia and bugs screaming and running around. Like spiders, the contractions of my skin are surrounding my space.

Write my sentence, I will wait for the answer while idling fingers are moving over me…a lunar bleeding glued on my eyes. Open your mind, scratch those seconds that are speeding out, make those real, make them yours.

Volevo iniziare raccontando di qualcosa che mi ha fatto sorridere, pensando ad una persona che purtroppo non c’è più. Tutto successe non più tardi di un ora fa (sono le 8:40 adesso).

Oltre al mio iphone puntato come sveglia ogni 20 minti, da qualche anno ho trovato il modo di usare anche il mio vecchio ipod “filled up” con 80 Giga di musica. Così, ogni mattina, la mia sveglia personale è la musica (non poteva essere altrmenti). L’ipod è settato su riproduzione casuale, quindi, ogni giorno è una sorpresa. Potrei essere svegliato dalle calde ed avvolgenti note suonate dal sax di John Coltrane oppure  essere assalito dalla rabbia degli At the drive-in.

Stamane…beh, sono stati i Green Day ad aprire le danze, e la canzone era “When I come around”. Proprio questa canzone mi ha regalato un sorriso, dedicando i miei ricordi a Bianca. Per la maggior parte di quelli che si stanno fermando qui a leggere, ovviamente, questo nome non dirà niente. Ma ad altri, come a me, quel nome dirà tanto.

Bene, come dicevo, ormai, ogni volta che ascolto quella canzone, inevitabilmente, mi ritrovo a pensare a Bianca. Mi ricorda i tempi della scuola, esattamente dopo le vacanze di Pasqua. Quel pezzo, insieme a Basket Case, era diventato un pò l’inno di quei giorni, e Bianca, non riusciva a togliersela dalla testa. La canticchiava spesso, anche se evitava di farlo quando io ero nei paraggi, visto che non perdevo occasione di prenderla per il culo….con quella vocina monotono, anzi, questo mi porta ad altri ricordi, ovvero, lei e STF a cantare “amici come prima” di Paola e Chiara.

Scriveva sul banco o sul diario il nome di quella canzone, insomma, potrebbe quasi sembrare un ossesione,  ma in verità era la colonna sonora dei suoi ricordi di quelle vacanze, come lo era per gli altri, ma ripeto, io penso solo a lei quando sento quella canzone.

Volevo solo condividere questi pensieri. Non credo che questo post, o questo blog,  abbiano bisogno di una presentazione, non servono foto o descrizioni di chi scrive, no, non bisogna essere distratti da altro, l’importante, qui, sono le parole. Mi scuso in anticipo per il mio italiano un pò lento, infatti, dopo 5 anni a parlare e scrivere quasi sempre e solo in inglese, sono ancorà un pò impacciato, e le parole non scorrono ancora fluide.

Auguro una buona giornata a chi sta leggendo, la mia lo sarà, almeno spero. Comunque è stato buono il risveglio, un sorriso è il massimo che si possa chiedere.

Ciao Bianca!!